Storie di miele nella Tapoa. Ieri, oggi e domani
“Tutto ciò che è di colore rosso ha due significati: brucia come il fuoco, è delizioso e dolce come il miele.”
“Accettare l’invito dell’ape (la puntura) significa accettare la gioia e il dolore della vita.”
“Avere il cuore d’ape significa accettare di sacrificare la propria vita per la comunità.”
Proverbi Gourmantché
Il miele, fin dalla notte dei tempi, è un prodotto prezioso nella tradizione Gourmantché. Possedere il miele infatti è considerato da sempre simbolo di ricchezza e di buona sorte e viene utilizzato per la dote di fidanzamento, per i matrimoni, per i funerali e le occasioni importanti. Da qui nascono tanti detti e proverbi, ma anche storie e leggende che raccontano la vita delle comunità. Tra storia e leggenda, si racconta che il miele abbia segnato anche la storia di una tribù Gourmantché della Tapoa, motivandone il trasferimento dal villaggio di Botou alla falesia del Gobnangou.
Le storie della tradizione
A Botou sposare una ragazza del posto richiedeva una grande disponibilità di miele, tanto che erano in molti i pretendenti a fallire nell’intento. Un giovane, originario di Gobnangou rimasto 5 anni a Botou, si innamorò della figlia del suo capo. La ragazza, ricambiando l’amore, giurò con il suo nome. Quando la famiglia di lei venne a conoscenza delle intenzioni del giovane, lo convocò e chiarì subito la condizione per acconsentire alle nozze: 20 “calebassiers” (calebasse, grosse tazze fatte di zucca, misura locale) di miele.
Il giovane non solo non era affatto ricco, ma non aveva le forze – nessun uomo da solo avrebbe potuto averle – per procurarsi quella quantità di miele. Non si perse d’animo e decise di tornare al suo villaggio di origine, terra di falesia e di miele, pensando che lì avrebbe potuto trovare una soluzione. Appena arrivato al villaggio, senza aver dormito e riposato, iniziò a raccogliere, raccogliere, raccogliere, ovunque lungo la falesia si trovasse un “lingotto” di miele. Poi esausto e indebolito dallo stremante lavoro si addormentò. In sogno gli apparve uno sciame d’api che gli disse: “Amico…alzati e vai a dire alla famiglia della tua amata che d’ora in poi potrete mangiare tutto il miele desiderato in una vita intera e anche tutti gli abitanti del villaggio, ma a una condizione: accettare di raccogliere il miele nel dolore, di piangere (puntura d’ape) e di lasciare il villaggio nella gioia (sapore di miele).” Al risveglio ripartì verso Botou per riferire ai genitori della ragazza il messaggio della notte. Le parole dello sciame d’api arrivarono fino al capo villaggio il quale diede il consenso all’impresa. Tutto il paese si mise in viaggio in direzione della falesia e lì per giorni, mesi, anni raccolsero miele con sudore e lacrime. Alla fine il ragazzo poté sposare la sua amata e tanti altri matrimoni furono celebrati grazie alla possibilità dei pretendenti di disporre di miele da portare in dono alla famiglia delle spose. La tradizione vuole che questa storia di miele e di amore è la ragione della forte presenza della tribù di Botou nella zona di Gobnangou.
Il miele oggi e domani
Ancora oggi il miele è un prodotto raro e prezioso nella Tapoa. Insieme ad Acra, Fondazioni for Africa Burkina Faso, da tre anni sta lavorando con gli apicoltori di Diapaga, per migliorare la quantità e la qualità della loro produzione. Il miele infatti non solo rappresenta un’occasione importante di reddito per la comunità, ma è anche un’attività che fa bene al futuro, perché per continuare produrlo è necessario difendere l’ambiente dalle conseguenze della deforestazione e dell’uso incontrollato di pesticidi. Con i produttori locali di miele il progetto ha avviato un percorso di formazione con workshop, teorici e pratici, sulle tecniche di produzione, la commercializzazione e il marketing. Tra gli importanti risultati conseguiti c’è la fornitura di un kit apicolo composto da attrezzature moderne a 70 apicoltori di Diapaga grazie all’accordo firmato con la Bank of Africa. Il prossimo importante passo – di cui vi racconteremo – è lo start up di una Mieleria.