Sabato 24 settembre – LA TERRA CHE ABBIAMO IN COMUNE a Terra Madre

Sabato 24 settembre 2016, alle ore 17.00, nella Sala Principi d’Acaja, Palazzo del Rettorato, via Po, 17, a Torino, Fondazioni for Africa Burkina Faso, nell’ambito di Terra Madre Salone del Gusto, promuove l’incontro LA TERRA CHE ABBIAMO IN COMUNE. Dai produttori del Burkina Faso e i migranti in Italia idee e progetti per trasformare il voler bene alla Terra in cultura del vivere insieme e della cooperazione tra terre del mondo.

Trasformare il voler bene alla terra in nuova cultura del vivere insieme e della cooperazione tra Terre del Mondo. Produttori del Burkina Faso e migranti burkinabè in Italia condividono idee e progetti nell’incontro La Terra che abbiamo in comune, in programma nell’ambito di Terra Madre Salone del Gusto, sabato 24 settembre, dalle ore 17.00 alle ore 18.30, presso la Sala Principi d’Acaja, Palazzo del Rettorato, via Po, 17, Torino, e organizzato da Fondazioni for Africa Burkina Faso. Intervengono Monica Cerutti, Assessora Diritti e Cooperazione Regione Piemonte; Piero Gastaldo, Segretario Generale Compagnia di San Paolo; Stefano Colmo, Segretario Generale Terra Madre; Yacouba Sawadogo, Agricoltore del Burkina Faso ha riportato alla vita un pezzo di Sahel grazie all’impiego di tecniche colturali tradizionali; Cristina Toscano, Cooperazione Internazionale ed Innovazione Sociale Fondazione Cariplo; Abdou Yabre, Abreer Associazione Burkinabè Reggio Emilia; Claudio Amerio, coordinatore area servizi migranti Crescere Insieme e Maramao; Oumarou Lenglengue, mediatore culturale e operatore legale Crescere Insieme;  Sayouba Bonkoungou, agronomo biologico Watinoma; Mady Sankara, insegnante e sindaco del suo villaggio, da 2 anni nella rete di Slow Food, attivo nel progetto 10.000 orti in Africa. Modera Maurizio Molinari, Direttore de La Stampa.

In Burkina Faso i piccoli produttori sono protagonisti della costruzione di un futuro sostenibile che nasce dalla Terra. In Italia alcune associazioni di migranti burkinabè hanno dato vita a orti biologici e a corsi di consumo consapevole per nutrire relazioni fertili con il territorio in cui vivono e con il Paese di origine. Partendo dal lavoro di Fondazioni for Africa Burkina Faso in Italia e in Burkina Faso, l’incontro La terra che abbiamo in comune vuole mettere in luce come le possibilità di uno sviluppo sostenibile passi anche attraverso la relazione feconda tra produttori africani, enti e ong attive in Africa e associazioni di migranti in Italia. I migranti hanno, infatti, un ruolo fondamentale di ponte tra Paese di origine e destinazione e, per molti, la migrazione non è solo un viaggio di andata, ma la possibilità di riportare indietro esperienze, nuove competenze acquisite e contribuire in prima persona alla crescita dei paesi di origine.

Da qui il confronto e il dialogo che Fondazioni for Africa Burkina Faso promuove in occasione di Terra Madre, e per la seconda edizione consecutiva, tra i produttori in Burkina Faso, alcuni rappresentanti delle associazioni di migranti presenti in Italia e territori.

La conferenza La Terra che abbiamo in comune, moderata da Maurizio Molinari, direttore de La Stampa, apre alle ore 17.00 con i saluti istituzionali di Monica Cerutti, Assessora Diritti e Cooperazione Regione Piemonte, Piero Gastaldo, Segretario Generale Compagnia di San Paolo, e di Stefano Colmo, Segretario Generale Terra Madre.

Ospite d’eccezione è Yacouba Sawadogo, agricoltore del Burkina Faso che ha riportato alla vita un pezzo di Sahel grazie all’impiego di tecniche colturali tradizionali. Yacouba Sawadogo ha dedicato la sua vita a combattere la desertificazione utilizzando un’antica pratica agricola africana. Grazie a lui oggi ci sono foreste e vita dove prima c’era il nulla.

Gli interventi che seguono raccontano un percorso comune che produttori e migranti stanno portando avanti in Italia e in Burkina Faso. Abdou Yabre, 27 anni, originario del Burkina Faso, da 9 anni a Reggio Emilia, racconta l’esperienza dell’associazione burkinabè di Reggio Emilia Abreer che, dal 2002, nel Parco del Mauriziano di Reggio, ha dato vita a un orto in città. Qui Abdou e i membri di Abreer producono a km zero e, in collaborazione con Fondazioni for Africa Burkina Faso, promuovono percorsi di formazione per i migranti sull’agricoltura biologica e biodinamica con una prospettiva di inserimento lavorativo e di rientro nel paese di origine. Claudio Amerio, coordinatore area servizi migranti Crescere Insieme, racconta l’esperienza dell’impresa agricola sociale Maramao di Canelli che produce biologico e coinvolge attivamente alcuni richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. Insieme a lui interviene Oumarou Lenglengue, originario del Burkina Faso, da 10 anni in Italia e coordinatore di un progetto di cooperazione allo sviluppo in Burkina Faso finanziato da Regione Piemonte e Fondazioni for Africa. Sayouba Bonkoungou, agronomo biologico, vive e lavora in Burkina Faso, nell’incontro porta l’esperienza del progetto Bioxtutti promosso con il sostegno di Fondazioni for Africa Burkina Faso e nato da un’iniziativa dell’associazione di migranti di Villasanta (Monza) Watinoma attiva anche nel paese di origine. Con Bioxtutti, nel villaggio di Koubri, la popolazione locale sta sperimentando la produzione di prodotti biologici per il consumo, la vendita e il rifornimento della mensa scolastica. Infine l’esperienza di Mady Sankara, insegnante e sindaco del suo villaggio, testimonia come si possano promuovere iniziative per lo sviluppo di un territorio, salvaguardando la biodiversità alimentare. In particolare Mady Sankara racconta il lavoro degli orti comunitari della zona di Yako, inseriti nell’iniziativa 10.000 orti in Africa di Slow Food, e l’attività di valorizzazione dei prodotti locali attraverso una bottega e il ristorante “Le meraviglie della Savana” che gestisce.

Ad aprire la conferenza, sabato 24 settembre, alle ore 16.30, l’inaugurazione dell’iniziativa Coltiviamo la Terra. Cresceranno Persone, un’esperienza interattiva che, grazie alla tecnologia Internet of Things, metterà in comunicazione Torino e Koubri, villaggio rurale del Burkina Faso, facendo sperimentare ai partecipanti la connessione tra Terre del Mondo e come un gesto compiuto da una parte ha un riflesso dall’altra parte del mondo.