Migrazione e Sviluppo: il percorso con 27 associazioni di cittadini originari dal Burkina Faso
I migranti hanno un ruolo fondamentale nei territori in cui vivono. Dalla loro capacità di essere protagonisti dipende la possibilità di costruire processi d’inclusione e d’integrazione duraturi. I migranti sono anche un ponte con i Paesi di origine e dalla loro partecipazione attiva alla cooperazione internazionale discende la possibilità di dare vita a interventi di sviluppo sostenibile sempre più efficaci nelle loro terre di provenienza. Da questa consapevolezza, e forti della precedente esperienza con i migranti senegalesi nell’ambito di Fondazioni4Africa, è nato nel 2014 il lavoro delle Fondazioni di origine bancaria con associazioni di migranti del Burkina Faso.
Con il coordinamento del centro di ricerca CeSPI, Fondazioni for Africa Burkina Faso ha coinvolto 27 associazioni di burkinabé presenti su tutto il territorio italiano, da Pordenone a Napoli, e la FABI in un percorso di rafforzamento di competenze con momenti di formazione e scambio di esperienze e buone pratiche. In tre anni sono stati organizzati 16 incontri centralizzati e territoriali a cui hanno partecipato 107 rappresentanti delle associazioni. I temi approfonditi sono stati: scrittura e gestione amministrativa di un progetto, organizzazione e comunicazione di un evento sul territorio, attività di raccolta fondi e creazione di partenariati.
Per passare dalla teoria alla pratica, l’iniziativa ha messo a disposizione delle associazioni oltre 50 mila euro per l’ideazione e realizzazione di 22 piccoli progetti sul territorio italiano. Tra questi, Dall’energia di un’unica Terra le idee di tante persone, una staffetta d’incontri, da nord a sud d’Italia, in cui le associazioni di migranti hanno proposto ai concittadini momenti d’incontro e di scambio culturale con laboratori di cucina, danza e musica, ma anche laboratori di formazione su agricoltura biologica e sul consumo consapevole.
SONG-Taaba Adesib è un’associazione fondata da cittadini originari del Burkina Faso, residenti a Pianura, in Campania. “Fino al 2014 – racconta Bambara Stanislas presidente di SONG-Taaba Adesib – eravamo una piccola associazione, ci aiutavamo quando qualcuno aveva bisogno. Oggi alla fine del percorso di formazione di Fondazioni for Africa Burkina Faso siamo più forti e più consapevoli. Dialoghiamo con le istituzioni locali, abbiamo fatto rete con ONG, organizzazioni del territorio e insieme a loro promuoviamo iniziative per favorire una cultura dell’integrazione. Con BurkinaBell, ad esempio, nel 2016, abbiamo organizzato laboratori paralleli di cucina burkinabè e napoletana, corsi di danza, di sartoria e di batik e proiezioni di documentari a cui hanno partecipato moltissimi italiani. Con il tempo e la pazienza – conclude Bambara – cresceremo ancora.”
Durante il percorso di formazione proposto dalle Fondazioni di origine bancaria alle associazioni di migranti, una parte importante è stata dedicata anche al rafforzamento della capacità d’intervento e di azione nel paese di origine. Tra i frutti più maturi di questo percorso c’è oggi BioxTutti, un progetto di agricoltura biologica nel villaggio di Koubri che sta trasformando 20 donne in imprenditrici agricole. Il progetto è stato ideato e realizzato da Watinoma in provincia di Monza, un’associazione nata nel 2000 su iniziativa di Hado Ima, musicista e griot di origine burkinabé residente da molti anni in Italia e di alcuni suoi connazionali a cui col tempo si sono uniti diversi italiani.
Dall’incontro tra le associazioni di migranti burkinabé in Italia, Fondazioni for Africa Burkina Faso e Fondazione Slow Food per la Biodiversità sono nati anche alcuni orti biologici e comunitari, tra questi quello gestito dalle donne nel Boulgou, Regione del Burkina Faso meridionale da cui provengono molti cittadini burkinabé residenti in Italia. Gli orti sono stati avviati e sostenuti dalle associazioni di migranti di Treviso UABT, Wakakakouma del Boulgou e Solidarietà Sabtenga.
BioxTutti ovvero 17.200 m2 di terra coltivata con metodi naturali e biologici. È il campo gestito a Koubri, un villaggio a pochi km dalla capitale Ouagadougou, da 20 donne che stanno dimostrando alla comunità che produrre biologico fa bene e rende. “Tutto è iniziato nel 2015 – spiega Hado Ima, presidente dell’Associazione Watinoma che coordina l’iniziativa – dall’incontro con Fondazioni for Africa Burkina Faso e dalla comune certezza che l’agricoltura biologica potesse essere il mezzo per migliorare le condizioni di vita delle famiglie, ma anche per creare un sentimento di comunità e coesione capace di guardare al futuro. L’entusiasmo e l’impegno delle donne del villaggio hanno fatto il resto!” Oggi il campo di Koubri, irrigato grazie a una pompa a energia solare, produce mais, riso, arachidi, fagioli, basilico, insalata, peperoni, spinaci, melanzane di diversi tipi, ma anche nuove varietà di patate e pomodori. Bio x Tutti ora punta a diventare un vero e proprio marchio di qualità. Per far conoscere e promuovere i loro prodotti, oltre alla partecipazione a fiere e mercati regionali e nazionali, le donne di Koubri incontrano i consumatori spostandosi grazie a un banco mobile su tre ruote messo a disposizione dal progetto. Grazie alla vendita dei prodotti le donne hanno oggi un reddito aggiuntivo che utilizzano per le spese per la famiglia e i figli e che reinvestono nel campo.
Abdou Yabré ha 28 anni, è nato e cresciuto nella Regione del Boulgou in Burkina Faso, da otto anni vive a Reggio Emilia. Qui si è diplomato come perito meccanico e oggi lavora come operaio in un’azienda meccanica. Abdou è anche segretario di Abreer, un’associazione di migranti dal Burkina Faso che qualche anno fa ha dato vita a un orto comunitario e biologico nel Parco del Mauriziano (Reggio Emilia). Nel 2016, con l’appoggio di Fondazioni for Africa Burkina Faso, Abreer ha promosso il corso di formazione Agrafica per 20 cittadini di origine straniera, quasi tutti sotto i 40 anni e 4 donne, su tecniche e modelli di produzione sostenibile. “L’agricoltura biologica – dice Abdou – può costituire per molti nostri connazionali un’occasione professionale importante. Aruna, ad esempio, ha 27 anni e sta partecipando al corso per acquisire nuove competenze per realizzare un’impresa sua: la messa in opera di un biodigestore.” C’è anche chi segue Agrafica con l’idea di rientrare in Burkina con un progetto di vita e professionale. “Lo ha già fatto Gampena Amado – racconta Abdou – un socio di Abreer che per tanto tempo si è occupato del nostro orto biologico e che da alcuni mesi è tornato in Burkina Faso dove sta lavorando la terra applicando le conoscenze acquisite e mettendole a disposizione di altri contadini.”