#laterrachevogliamo è una Terra Madre
Sedeho Hemh Sophie insegna Scienze Naturali al Liceo di Ouagadougou in Burkina Faso. Con altre 50 donne ha fondato l’associazione la Saisonniere. Il loro obiettivo è l’autonomia delle donne, l’affermazione dei loro diritti socio economici. Si occupano di trasformazione dei prodotti agricoli, in particolare dei frutti di Baobab. “La polpa del Baobab – spiega Sophie – è ricchissima di vitamine C, la chiamiamo miracolo della natura ed è un bene prezioso soprattutto per combattere la malnutrizione”. “Lavoriamo affinché la Terra sia produttiva e capace di nutrire i nostri bambini. La terra che vogliamo è una Terra Madre.”
Fanta Tiemtoré in Italia ci è arrivata 15 anni fa con suo marito. Oggi ha 38 anni, lavora a Lecco e ha due figli. Nel 2005 insieme altri connazionali ha fondato l’associazione “Mirage Burkina”. In Lombardia lavorano per l’inserimento dei migranti. In Burkina, nel villaggio di Moinse di Koubri hanno dato vita al progetto 100 ettari in Burkina per la produzione sostenibile del riso. “I nostri avi – dice Fanta – ci hanno insegnato che tutto quello che esiste in natura è abbastanza per tutti quanti. E questa è la Terra che vogliamo. Oggi decidiamo di tornare alla terra perché la Terra è il futuro. Ripartiamo dalla Terra per guardare avanti.”
Bernadette Monné è una delle 150 donne dell’associazione per la salvaguardia dei valori tradizionali “ASVT Dollebou” del Burkina Faso. Dollebou in lingua bissà “per il domani”. Si occupano di istruzione, formazione e questioni di genere. Una delle principali attività è la raccolta, produzione e commercializzazione del burro di karitè e derivati, creme e saponi. “Il karité – racconta Bernadette- è entrato nell’uso frequente anche dei consumatori italiani ed europei e sta diventando un veicolo per raccontare e far conoscere la tradizione africana in Europa. Perché la Terra che vogliamo è anche questa. Una Terra capace di creare legami tra donne di diversi continenti.”
Nella foto Sedeho Hemh Sophie