La Terra che abbiamo in comune – 10 ottobre, Milano
Sabato 10 ottobre, alle ore 14.30, presso Slow Food Theater, Piazza della Biodiversità Expo, a Milano, Fondazioni for Africa Burkina Faso organizza l’incontro LA TERRA CHE ABBIAMO IN COMUNE. Storie di migrazione e sviluppo sostenibile. Dalla voce dei protagonisti storie, idee e progetti di agricoltura sostenibile promossi in Burkina Faso e in Italia da due associazioni di migranti burkinabè insieme a Fondazioni for Africa Burkina Faso.
L’incontro fa parte del programma di Ottobre Africano.
Con Abdou Yabré Associazione di migranti burkinabé Abreer – Dall’orto in città di Reggio Emilia alla formazione in Burkina Faso; Flora Tognoli, Associazione Watinoma BioxTutti a Koubri; Abderrahmane Amajou, Responsabile migranti Slow Food; Marzia Sica, Fondazioni for Africa Burkina Faso.
Modera Sara Zambotti, conduttrice e autrice Caterpillar Radio2.
I progetti
Bioxtutti – Associazione Watinoma
“In un Paese dove la maggioranza della popolazione dipende dall’agricoltura di sussistenza, diffondere tecniche agricole più sostenibili, è fondamentale – dice Hima Hado, fondatore di Watinoma – Significa restituire alla Terra la capacità di essere vita e nutrimento. Significa, anche, restituire fiducia ai contadini e alle giovani generazioni, prevenendo l’abbandono delle campagne e l’emigrazione.” Cuore dell’iniziativa BIOx TUTTI è la formazione sulle tecniche di agricoltura biologica per 50 alunni e le loro famiglie e l’affidamento, ad altre 30 famiglie, di una parcella di terra di 400 mq nel campo biologico creato da Watinoma. Tra le attività previste anche una mensa scolastica, sana buona e giusta e la musica come attività per coinvolgere la comunità. “All’inizio – racconta Hado – ci dicevano che eravamo matti. Oggi tutta la comunità partecipa con entusiasmo alle iniziative”.
Dall’orto in città a Reggio Emilia al Burkina Faso, Abreer
Tutto è nato nel 2010 – racconta Abdou, dell’Associazione Abreer di Reggio Emilia – quando è cominciata la crisi economica, molti di noi hanno perso in lavoro. Allora ci siamo riuniti e su una cosa tutti eravamo d’accordo: dovevamo trovare una strada che potesse darci l’opportunità di reintegraci nel mondo del lavoro in Italia e, allo stesso tempo, di poter tornare nel nostro Paese di origine con un progetto professionale e di vita”. La strada Abdou e i membri di Abreer l’hanno trovata nell’agricoltura sostenibile. “E’ il lavoro che conosciamo meglio. Il Paese da cui veniamo – continua – vive di agricoltura, è agricoltura. Così abbiamo creato un orto nel Parco del Mauriziano.” Nell’orto in città oggi Abreer produce a km zero e promuove percorsi di formazione per i migranti sull’agricoltura biologica e biodinamica. Con Fondazioni for Africa Burkina Faso ha avviato un progetto per portare le attività di formazione anche in Burkina Faso, la Terra di origine.