Il Futuro? Lo costruiamo insieme
In Italia sono oltre 17.000 i migranti dal Burkina Faso distribuiti su tutto il territorio. Fortemente legati alle comunità di origine, riuniti in associazione, realizzano numerosi interventi di aiuto, sostegno e sviluppo del loro Paese, ma anche attività per promuovere l’integrazione e la loro cultura in Italia. Con 27 associazioni di migranti burkinabè in tutta Italia lavora Fondazioni for Africa Burkina Faso. Perché lavorare insieme è la strada per costruire una cultura comune in Italia e un futuro sostenibile in Africa.
“Io solo Billa Salama. Sono in italia dal 92. Sento la nostalgia del mio paese, perché è vero, ognuno si sente meglio a casa sua. Ma sono stato obbligato a uscirne perché voglio lavorare e cercare quello che il mio paese in questo momento non può darmi.”
“Io e mio marito siamo venuti qui nel 1998. Nel mio villaggio allora non c’era il telefono e non potevo comunicare con la mia famiglia. Ora sono cambiate tante cose e anche mia mamma che è vecchia ha il telefono in casa e internet.”
“Io mi chiamo Noncami Arjoume Charle, sono nato nel 1989. Sono in italia dal 2007. Sono al secondo anno di economia all’Università Bicocca. Da grande voglio fare il manager, l’amministratore delegato di una grande azienda.” Sorride. “Qui in Italia, sì, ma se si presentasse l’occasione nel mio Paese ci andrei correndo”.
“Sono in Italia da molti anni. Cosa mi manca del mio Paese? L’ambiente e il calore umano. Qualcosa dentro di me mi dice che bisogna lavorare per sentirsi a casa, e lo faccio, ma non sempre riesco. Sono sempre legato al mio paese. Ma sto provando. Ci riuscirò.”
“In gran parte mi sento burkinabè, ma mi sento anche italiana, per un 10%. Perché ho delle amiche qui, dei parenti. Qui ho la possibilità di continuare a studiare all’Università. Mi piacerebbe restare qui, sì, ma non dimentico mai quelli che sono rimasti nel mio Paese, per questo voglio creare servizi per aiutarli.” (Anne)
“Quando siamo arrivati ci sentivamo messi da parte. Forse perché eravamo stranieri e la gente non si fidava troppo. Allora ci siamo detti: noi siamo un gruppo, una sola persona non può risolvere i problemi, ma insieme possiamo farlo. Abbiamo pensato che prima dobbiamo aiutarci tra noi, prima di chiedere aiuto agli altri. E così abbiamo che creato la nostra associazione.” (Mahamadi)
“Un proverbio della savana del Burkina Faso dice che è molto meglio conoscere una persona in una città che non conoscere una città.”
“Quando uno arriva da solo cerca chi ha già fatto esperienza nel luogo, da lì si comincia a conoscersi e affrontare le problematiche sociali insieme. Così nascono le associazioni di Burkinabé.” (Celi Bandeago)
“Spesso i nostri sforzi individuali vanno persi. Per questo ci siamo messi insieme con un progetto comune. Per aiutare i nostri parenti in Africa, imparare la cultura italiana e far conoscere la nostra.” (Cecile)
“Con la nostra associazione, qui a Reggio Emilia, abbiamo creato un orto. Questo orto è nato quando è arrivata la crisi e molti di noi hanno perso il lavoro. Allora abbiamo pensato che dovevamo trovare delle soluzioni. Perché non cerchiamo assistenza, ma soluzioni. E siccome il lavoro che conosciamo è l’agricoltura, ci siamo autofinanziati e abbiamo cominciato a formarci, a imparare le tecniche dell’agricoltura biodinamica. Formarci nell’agricoltura è una possibilità di impiego qui in Italia, ma anche per formare i ragazzi del nostro Paese. Per far si che un giorno non se ne debbano andare via. Perché emigrare non significa sempre trovare l’eldorado.”