Abdou: nel nostro orto in città cresce il futuro del Burkina
Abdou Yabré ha 25 anni, è nato e cresciuto nella Regione del Boulgou in Burkina Faso. Suo padre, tanti anni fa è partito per l’Italia per trovare un lavoro e aiutare la famiglia rimasta a casa. Sette anni fa Abdou ha preso la sua decisione: raggiungere il padre a Reggio Emilia. Qui si è diplomato come perito meccanico e oggi lavora come operaio in un’azienda meccanica. Abdou è anche mediatore culturale ed è il segretario di Abreer, un’associazione di migranti impegnata per l’integrazione della comunità burkinabè nella nuova città (sono oltre 800 i migranti dal Burkina Faso oggi nella provincia di Reggio Emilia). Abdou e i 100 membri di Abreer qualche anno hanno avuto un’idea: creare un orto in città. “Tutto è nato nel 2010 – racconta Abdou – quando è cominciata la crisi economica, molti di noi hanno perso in lavoro e non riuscivano a trovarne un altro. Allora ci siamo riuniti e su una cosa tutti eravamo d’accordo: dovevamo trovare una strada che potesse darci l’opportunità di reintegraci nel mondo del lavoro in Italia e, allo stesso tempo, di poter tornare nel nostro Paese di origine con un progetto professionale e di vita”. La strada Abdou e i membri di Abreer l’hanno trovata nell’agricoltura sostenibile. “E’ il lavoro che conosciamo meglio. Il Paese da cui veniamo – continua – vive di agricoltura, è agricoltura. Così con la collaborazione del Comune e diverse associazioni del territorio abbiamo creato un orto nel Parco del Mauriziano.” Nell’orto oggi Abreer produce a km zero e promuove percorsi di formazione per i migranti sull’agricoltura biologica e biodinamica. E sta lavorando per portare le attività anche in Burkina Faso, la Terra di origine.
Con l’associazione di Abdou Yabré e con altre 27 associazioni di migranti burkinabè distribuite sul nostro territorio, dal Piemonte alla Campania, e per rafforzarne, attraverso percorsi di formazione, la capacità di azione, sia in Italia che nel loro Paese di origine, lavora Fondazioni for Africa Burkina Faso.
“Imparare a coltivare meglio, in modo sostenibile – dice Abdou – non è solo una possibilità di impiego qui in Italia, ma è anche un’occasione per il nostro Paese. Significa far sì che un giorno i giovani non se ne debbano andare via e che dalla possibilità di restare nasca un futuro per la nostra Terra.”
E il futuro di Abdou? “Oggi la mia casa è l’Italia, sto bene qui, ma la nostalgia del mio Paese c’è sempre insieme alla voglia contribuire in prima persona al suo futuro. Per ora in Burkina ci torno una volta ogni due anni, per riabbracciare mia mamma, le mie sorelle e i miei cugini. Un giorno chissà.”