L’agroecologia spiegata a bambini e ragazzi
Formare i bambini e i ragazzi sulle tecniche di agroecologia è una sfida necessaria per il futuro del Paese. Ne abbiamo parlato con Moussa Ouedraogo che a Loumbila ha creato la Fattoria Napoko e qualche giorno fa ha incontrato gli allevi della scuola di Koubri.
Moussa Ouedraogo ha settant’anni, un sorriso accogliente e un’incredibile somiglianza con il grande leader sudafricano Nelson Mandela. Per una vita qui è stato per tutti “il signore degli insetti”. Entomologo e professore all’Università di Ouagadougou in pensione con il chiodo fisso per l’ambiente, nel 2004 ha incontrato Slow Food e ha dato vita alla fattoria Chez Nopoko, un luogo dove tutti possono vedere, toccare e gustare la possibilità di produrre in modo buono, pulito e giusto. Dalla coltivazione dei prodotti locali alle tecniche di allevamento, dalla produzione di biogas per illuminare la fattoria ricavato dal letame fino alle tecniche di trasformazione, tutto qui viene fatto in modo naturale.
Durante la settimana la fattoria è una scuola di “buona agricoltura”, per gli studenti delle scuole e per le donne. Qui nei giorni scorsi Moussa ha incontrato gli allievi della scuola di Koubri coinvolti dal progetto BioxTutti, promosso da Watinoma con il sostegno di Fondazioni for Africa Burkina Faso.
“Far conoscere l’agroecologia ai bambini – dice Moussa – è fondamentale. Gli adulti hanno abitudini radicate che spesso è difficile far cambiare. Dare la possibilità ai bambini di conoscere le tecniche, le alternative possibili e sostenibili di coltivazione significa avere, un domani, agricoltori e consumatori coscienti e consapevoli.”
“I bambini di Koubri vengono da un villaggio. Sono molto diversi dai bambini della città, sono più timidi, fanno meno domande, credo dipenda dal fatto che hanno paura di parlare in francese e di fare degli errori. Però rispetto ai bambini della città hanno una maggiore conoscenza della terra e delle piante che a volte mi sorprende.”
“L’aspetto su cui mi soffermo molto con loro riguarda i metodi di gestione dell’acqua. Spesso qui le persone si lamentano che non piove abbastanza, ma, quando piove, non sfruttano la quantità di acqua caduta. C’è una sorta di pigrizia, un atteggiamento mentale che porta ad aspettare e che va modificato per poter davvero cambiare le cose. Ci sono esperienze che ci insegnano come fare, a quelle dobbiamo guardare. Quando piove qui le dighe si riempiono e se l’acqua non si utilizza va in Ghana. Trattenere e poi utilizzare l’acqua correttamente, penso sia la sfida principale da affrontare qui e, se si impara a farlo da bambini, sarà un beneficio enorme per le comunità e il Paese. »